RICOMINCIAMO DA QUI
Fino a qualche giorno prima eravamo con i nostri ragazzi a far salamoia, spaccare legna, grigliare salsicce e goderci i primi caldi nel nostro amato centro, il nostro angolo di paradiso.
Quella mattina è arrivata la notizia: chiudono i Centri Diurni! Abbiamo immediatamente chiamato le famiglie per condividere con loro le prime emozioni e abbiamo continuato a stare vicini in tutto questo periodo di lontananza fisica.
Abbiamo chiuso i centri, ma non ci siamo fermati: le telefonate e le videochiamate ai ragazzi a casa sono quotidiane e siamo andati a dare una mano nei gruppi famiglia in cui vivono alcuni dei nostri amici. Intanto seguivamo con apprensione le notizie che arrivavano dalla Comunità di Prunaro: i “nonni” si stanno ammalando e con loro molti colleghi. Ho lavorato lì prima di arrivare a Montechiaro, li conosco tutti e ogni volta che arriva la notizia di un ricovero tremo. Siamo tutti in grande apprensione, ma pian piano i nostri ricoverati migliorano, vengono dimessi dall’ospedale e portati nelle cliniche in cui trascorrono la convalescenza prima delle dimissioni definitive e pian piano torniamo a respirare insieme a loro!
Ad alcuni di noi viene chiesto di dare una mano ad ospitarli in una struttura provvisoria quando verranno dimessi… ed eccoci qua, a Colunga, dove abbiamo allestito un’accoglienza temporanea che sprizza affetto da tutti i pori nonostante mascherine, guanti e amuchina ovunque.
Tutte le volte che uno dei nostri viene dimesso è una gran festa, è ossigeno nei polmoni e nel cuore! Sono molto deboli ma la ripresa comincia dal sorriso che ci regalano quando scendono dall’ambulanza, quando mostrandoci i lividi delle flebo sulle braccia urlano “più!”, quando Sergio ci dice: “Il virus l’abbiamo mandato a casa!” seguito dall’immancabile gesto dell’ombrello “tiè!”.
È da qui che si ricomincia! Con l’entusiasmo di tutti, l’energia dei volontari ventenni che vengono a fare convivenza a Colunga per stare vicini, l’impegno degli educatori, la tenacia del vicepresidente che fa i turni con noi e delle coordinatrici che vengono a lavorare anche di notte. È da qui che vogliamo ripartire!
Alessandro Palumberi
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ANCORA INSIEME

Dal 18 maggio siamo entrati una nuova fase della pandemia, molto più impegnativa per le limitazioni e le attenzioni verso gli altri nel momento in cui si riprendono le relazioni sociali. Dobbiamo prendere atto che con la pandemia molte cose vengono messe da parte, altre debbono cambiare. Tutto va riveduto, aggiustato… Anche in Casa S.Chiara: alcuni momenti e iniziative sono saltate, le relazioni sono diminuite, sono meno frequenti e forse meno spontanee.
Gli effetti della pandemia sono ambivalenti: da una parte avvicinano le persone, accomunandole nella stessa avventura, dall’altra è richiesto qualche distanziamento fisico. Si rimpiangono le strette di mano, gli abbracci, la mano sulla spalla…. Ci sono anche altre rinunce: le vacanze, i pomeriggi al Ponte, le gite… Per quanto tempo ancora?
Qualcosa sta cambiando… Quello che non è essenziale o superfluo viene messo da parte. Abbiamo visto tanta sofferenza, tante morti…Non dobbiamo dimenticarle o cancellarle dalla memoria… Ci siamo sentiti vicini a tante vittime o contagiate dal virus e ai tanti che si sono prodigati con generosità per aiutare gli altri…. Quanti esempi di dedizione, di generosità… A volte sono costati la vita.
Il virus ha messo a dura prova la nostra comunità di Prunaro che sta uscendo dopo avere lottato e superato il virus.
Quanta sofferenza nei ragazzi…L’hanno affrontata con tanta forza e coraggio! Quanta generosità in quelli che si sono prodigati! E c’è stata anche l’esperienza del dopo virus a Colunga, in cui si sono ritrovati con i ragazzi guariti operatori e volontari, anche di lungo corso…
Siamo in fase di uscita. Dovremo trovare qualche momento in cui stare insieme, anche a piccoli gruppi, guardarci negli occhi, anche con le mascherine, pregare, mangiare, stare insieme…un po’ distanziati, ma insieme, per camminare insieme verso un domani migliore. L’estate potrà offrire qualche occasione.
don Fiorenzo Facchini
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Ciao Jusef
Il 26 maggio abbiamo salutato Giuseppe Forlini, che è stato educatore del gruppo famiglia di via Correnti dal 1990. Se n’è andato con il rito islamico perché negli ultimi anni si era convertito all’Islam portando su sé un nuovo nome che era Jusef, l’abbiamo salutato così mentre si abbandonava tra le braccia di Allah in una mattina di sole. Giuseppe è stato una delle persone più leali e generose che noi abbiamo conosciuto. Nel dedicare il suo impegno ai ragazzi del Gruppo Famiglia di via Correnti per quasi vent’anni e del gruppo di Villa Pallavicini negli ultimi tempi, è stato affettuoso e sempre attento alle richieste di tutti, possiamo dire che non si risparmiava mai, sempre disponibile ad aiutare gli altri. A lui va il nostro affetto e la nostra gratitudine immensa per gli anni di vita preziosi che ha dedicato con tanta energia a Casa Santa Chiara. La sua tenacia negli ultimi anni di malattia poi, è stata un insegnamento che sarà impossibile dimenticare. Quando muore una persona come lui, viene meno un pezzetto del nostro cuore. Che Dio lo faccia riposare nella Luce.
Milena Magnani