Il Centro di Calcara compie 30 anni.
Un importante traguardo che per noi oggi significa un arrivo e nello stesso tempo un inizio, una nuova partenza, una prospettiva futura di nuove relazioni ed amicizie, di altri progetti e attività. Saremo infatti i destinatari del nuovo “Centro Aldina Balboni” la cui costruzione è in dirittura di arrivo all’interno del complesso di Villa Pallavicini.
Il 7 giugno, a Sasso Marconi, si è inaugurato un giardino inclusivo; la dedica ad Aldina è un importante riconoscimento alla sua vita generosa, sempre ispirata alla solidarietà e al Vangelo. Le parole che sono state apposte su una targa sono la sintesi di un’esistenza feconda che ha arricchito tante persone e che continua nelle attività di Casa Santa Chiara.
ALDINA BALBONI (1931-2016)
Aldina Balboni ha dedicato la propria vita alle persone fragili e svantaggiate.
A lei si deve la nascita di Casa Santa Chiara, una delle cooperative sociali più importanti del territorio bolognese: tappa fondamentale di un cammino iniziato alla fine degli anni ’50, durante il quale Aldina ha costruito una rete di gruppi famiglia e Centri socioeducativi in cui accogliere ragazzi con disabilità e offrire sostegno alle loro famiglie.
Uno di questi Centri si trova a Sasso Marconi, sulle colline di Montechiaro. Attivo dal 1981, fu il primo Centro riabilitativo diurno aperto da Aldina Balboni: una struttura che, attraverso la condivisione, il lavoro quotidiano e un’educazione improntata al rispetto della vita e della persona, ha saputo proporsi come un efficace modello di accoglienza e inclusione sociale, offrendo a tanti ragazzi la possibilità di integrarsi sul territorio e sviluppare le proprie capacità cognitive, affettive e relazionali.
Con la sua attività, che ha mosso i primi passi in un periodo storico segnato da forti contrasti e tensioni sociali, Aldina ha saputo dare una risposta innovativa all’inclusione delle persone con disabilità psichica e comportamentale, proponendo un modello alternativo a quello degli Istituti assistenziali. Tratti distintivi delle strutture nate grazie al suo impegno sono infatti il clima familiare, la capacità di valorizzare le relazioni e riconoscere la dignità personale: a muovere Aldina era la convinzione che ogni persona fosse amata da Dio e andasse sostenuta nella sua realizzazione offrendo una casa, un lavoro e uno spazio per il tempo libero.
Su una panchina è stata incisa una frase che Aldina ripeteva per sottolineare l’ importanza del lavoro o di un’attività nella vita di ognuno, anche delle persone più fragili:
“Beato chi la mattina sa cosa fare e dove andare”
Paolo Galassi
Qui la copia integrale del giornalino con altri articoli molto interessanti al suo interno