… Beato chi la mattina sa cosa fare e dove andare …
Aldina Balboni
Montechiaro è, si, un bellissimo luogo appoggiato sulle colline di Sasso Marconi, ma è anche e sopratutto una splendida esperienza fatta di persone e di sentimenti
Nell’ottobre del 1981, Aldina e don Fiorenzo sono riusciti ad avere il permesso di usare gli ambienti attigui alla Chiesa; il complesso era abbandonato e mezzo diroccato, non c’era l’acqua, non c’era la luce ma, soprattutto, non c’era vita. In questi quarant’anni i muri sono stati risistemati, e arrivata l’acqua e c’e la luce, ma soprattutto c’e amicizia, lavoro, divertimento, musica, sudore, abbracci, scherzi, chiacchiere, amore, risate, schiamazzi, cura, impegno:
Montechiaro, in questi quarant’anni, e stata un’esplosione di Vita!
L’inizio
“Nei primi anni il Centro di Montechiaro non era allacciato all’acquedotto (anzi l’acquedotto proprio non esisteva in quella zona e fu realizzato grazie alla disponibilità di un volontario di Casa Santa Chiara: il geometra Gianni. Ogni giorno era necessario che qualcuno provvedesse all’approvvigionamento dell’acqua. Questo compito è stato svolto per anni da un operatore che accompagnato da Enzo si recava con una botte caricata sul pulmino al cimitero di Pontecchio dove c’era una presa dell’acqua. Poi una volta arrivati al centro, tramite una autoclave, riempivano un serbatoio di carico posto nel sottotetto.”
Paolo Grossi
Una famiglia come riferimento
“Aldina e don Fiorenza conoscendo i nostri propositi e avendo sempre a cuore il modello della famiglia come punto di riferimento di tutte le attivita di Casa S. Chiara, ci hanno chiesto se fossimo disposti ad andare ad abitare al piano superiore della Canonica, dove sarebbero state disponibili alcune stanze, occupate in passato dal parroco. Ci è sembrata da subito una proposta bellissima che dava continuita al nostro impegno e ci permetteva di rimanere legati a questa realta di cui ci sentivamo parte…
E’ stata un’esperienza bellissima crescere i nostri figli in questa realta, per noi e stato molto naturale perche, pur con modalita diverse a seconda dei periodi della nostra vita, ci siamo sempre sentiti integrati e parte di questa piccola comunita che ci ha dato molto e ci ha arricchito facendoci capire sempre più le cose che veramente contano.”Liviana e Daniele Guasti
Le prime attività
“Inizialmente una buona parte delle attivita era dedicata alla manutenzione del caseggiato ed al recupero di alcuni locali che al momenta erano inagibili. Poi si costruirono attrezzature per l’allevamento degli animali: galline, conigli, capre, faraone… Si provvedeva alla pulizia del bosco, si faceva l’orto e ovviamente si cucinava molto e bene, la spesa la facevamo tutti i giorni mentre venivamo su col pulmino. [… ] La legna inizialmente serviva per
scaldarci e solo successivamente è diventata una delle attività
principali del centro.”Paolo Santi
Da Fattoria Didattica a Centro Aperto
“A vent’anni dall’apertura del centro ci si chiese come la caratteristica presenza del centro di Montechiaro, all’interno di uno specifico ambiente, potesse evolvere nelle sue risposte di servizio ed essere considerato risorsa di un territorio. […] Nacque così l’idea della Fattoria Didattica, un luogo cioè dove fare esperienza di attività quotidiane in un contesto a contatto con la natura e dove a insegnare e a educare al rispetto della vita e della natura stessa fossero proprio i ragazzi di Montechiaro con le loro competenze e caratteristiche relazionali.
[…] Ognuna di queste attività ha avuto un elemento comune: gli occhi dei bambini che guardavano con curiosita e fiducia quelli dei ragazzi di Montechiaro, autentici educatori e portatori di esperienze ed insegnamenti. […] E nei giorni del Centro Aperto (cosi chiamato per esprimere quello che era l’intento principale e cioe aprirsi agli altri) Montechiaro ha assistito a momenti unici e speciali:
Marco che riempiva i bicchieri di mangime da portare alle galline; Massimiliano che posava delicatamente l’anatroccolo sulle mani timorose della bimba; Enzo che aiutava i bambini a raccogliere le uova nel pollaio; Lupo che gli insegnava ad usare la spacca; Silvana che preparava la merenda ai bambini; Daniela che impastava il pane insieme a loro.”
E per festeggiare i nostri primi 40 ANNI AD ALTЯA VELOCITÀ abbiamo pensato di …
SHOPPING SOLIDALE
La Bottega dei Ragazzi
Un modo diverso di fare acquisti
Questo è un negozio nel centro di Bologna in cui si possono acquistare i prodotti che escono dai Laboratori Artigianali dei Centri diurni di Casa Santa Chiara assieme ad altri sempre di produzione artigianale. E’ gestito da volontari e si possono incontrare anche le persone che realizzano i prodotti perché a rotazione sono presenti anche nella vendita.
… Beato chi la mattina sa cosa fare e dove andare …
Aldina Balboni
Montechiaro è, si, un bellissimo luogo appoggiato sulle colline di Sasso Marconi, ma è anche e sopratutto una splendida esperienza fatta di persone e di sentimenti
Nell’ottobre del 1981, Aldina e don Fiorenzo sono riusciti ad avere il permesso di usare gli ambienti attigui alla Chiesa; il complesso era abbandonato e mezzo diroccato, non c’era l’acqua, non c’era la luce ma, soprattutto, non c’era vita. In questi quarant’anni i muri sono stati risistemati, e arrivata l’acqua e c’e la luce, ma soprattutto c’e amicizia, lavoro, divertimento, musica, sudore, abbracci, scherzi, chiacchiere, amore, risate, schiamazzi, cura, impegno:
Montechiaro, in questi quarant’anni, e stata un’esplosione di Vita!
L’inizio
“Nei primi anni il Centro di Montechiaro non era allacciato all’acquedotto (anzi l’acquedotto proprio non esisteva in quella zona e fu realizzato grazie alla disponibilità di un volontario di Casa Santa Chiara: il geometra Gianni. Ogni giorno era necessario che qualcuno provvedesse all’approvvigionamento dell’acqua. Questo compito è stato svolto per anni da un operatore che accompagnato da Enzo si recava con una botte caricata sul pulmino al cimitero di Pontecchio dove c’era una presa dell’acqua. Poi una volta arrivati al centro, tramite una autoclave, riempivano un serbatoio di carico posto nel sottotetto.”
Paolo Grossi
Una famiglia come riferimento
“Aldina e don Fiorenza conoscendo i nostri propositi e avendo sempre a cuore il modello della famiglia come punto di riferimento di tutte le attivita di Casa S. Chiara, ci hanno chiesto se fossimo disposti ad andare ad abitare al piano superiore della Canonica, dove sarebbero state disponibili alcune stanze, occupate in passato dal parroco. Ci è sembrata da subito una proposta bellissima che dava continuita al nostro impegno e ci permetteva di rimanere legati a questa realta di cui ci sentivamo parte…
E’ stata un’esperienza bellissima crescere i nostri figli in questa realta, per noi e stato molto naturale perche, pur con modalita diverse a seconda dei periodi della nostra vita, ci siamo sempre sentiti integrati e parte di questa piccola comunita che ci ha dato molto e ci ha arricchito facendoci capire sempre più le cose che veramente contano.”Liviana e Daniele Guasti
Le prime attività
“Inizialmente una buona parte delle attivita era dedicata alla manutenzione del caseggiato ed al recupero di alcuni locali che al momenta erano inagibili. Poi si costruirono attrezzature per l’allevamento degli animali: galline, conigli, capre, faraone… Si provvedeva alla pulizia del bosco, si faceva l’orto e ovviamente si cucinava molto e bene, la spesa la facevamo tutti i giorni mentre venivamo su col pulmino. [… ] La legna inizialmente serviva per
scaldarci e solo successivamente è diventata una delle attività
principali del centro.”Paolo Santi
Da Fattoria Didattica a Centro Aperto
“A vent’anni dall’apertura del centro ci si chiese come la caratteristica presenza del centro di Montechiaro, all’interno di uno specifico ambiente, potesse evolvere nelle sue risposte di servizio ed essere considerato risorsa di un territorio. […] Nacque così l’idea della Fattoria Didattica, un luogo cioè dove fare esperienza di attività quotidiane in un contesto a contatto con la natura e dove a insegnare e a educare al rispetto della vita e della natura stessa fossero proprio i ragazzi di Montechiaro con le loro competenze e caratteristiche relazionali.
[…] Ognuna di queste attività ha avuto un elemento comune: gli occhi dei bambini che guardavano con curiosita e fiducia quelli dei ragazzi di Montechiaro, autentici educatori e portatori di esperienze ed insegnamenti. […] E nei giorni del Centro Aperto (cosi chiamato per esprimere quello che era l’intento principale e cioe aprirsi agli altri) Montechiaro ha assistito a momenti unici e speciali:
Marco che riempiva i bicchieri di mangime da portare alle galline; Massimiliano che posava delicatamente l’anatroccolo sulle mani timorose della bimba; Enzo che aiutava i bambini a raccogliere le uova nel pollaio; Lupo che gli insegnava ad usare la spacca; Silvana che preparava la merenda ai bambini; Daniela che impastava il pane insieme a loro.”
E per festeggiare i nostri primi 40 ANNI AD ALTЯA VELOCITÀ abbiamo pensato di …