Il Giornalino n° 52 Novembre 2020

26 - Nov - 2020 | Il Giornalino

Casa Santa Chiara ai tempi del Covid 19. 

Qui i nostri Centri

Stefano Guglielmi

Il 9 marzo è stato un giorno strano, sospeso in un intervallo di incertezza e precarietà, un lunedì privo di tante cose… la sua solita concitazione, il primo sorriso della settimana, il “cosa hai fatto di bello ieri?”, la voglia di programmare le attività, i laboratori, le uscite… Ma il 9 marzo è stato il primo giorno di chiusura dei Centri Diurni. Per tre mesi il pensiero rivolto all’attesa della ripresa, le telefonate, i saluti in video, i messaggi vocali per condividere speranze e preoccupazioni, le une a soppesare le altre, poi il via libera! Finalmente la riapertura, aria da primo giorno di scuola, tante cose diverse, ma siamo sempre gli stessi!
Bisogna essere scrupolosi per riaprire in sicurezza… le mascherine e gli altri DPI, l’igienizzazione costante delle superfici, dei mezzi, delle mani, il triage, il lavoro a piccoli gruppi in spazi separati… E poi sorridere con gli occhi, sbracciarsi in saluti da un capo all’altro del cortile, due chiacchiere ad alta voce per sentirsi anche da lontano. Piccoli gesti che ripetuti tante volte al giorno diventano un allenamento a prenderci cura gli uni degli altri, a non dare per scontata la loro vicinanza, a pensare che anche di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili, continuiamo a crescere insieme.

Qui i nostri Gruppi Famiglia

Marco Tascone

Le difficili vicissitudini causate dal COVID19, dai primi accorgimenti di inizio anno fino alla fase di lockdown, durante la quale è stata necessaria la chiusura dei centri diurni dei nostri fanciulli, non potevano risparmiare la pesante ricaduta, vissuta profusamente in ogni ambiente familiare, fino ai nostri gruppi famiglia di Casa Santa Chiara, da anni uniti e cresciuti nel nome dell’affetto e della cura per il benessere dei nostri ragazzi.
I gruppi famiglia di Casa Santa Chiara, dovendo accogliere i ragazzi anche durante le ore che di consueto avrebbero dovuto trascorrere nei rispettivi centri di lavoro, hanno risposto alla complicata emergenza, offrendo un’apertura dei gruppi famiglia di 24 ore su 24, anziché per le sole 18 ore dei giorni feriali. Questo impegno ha avuto inevitabilmente una ripercussione sull’organizzazione per la copertura delle ore e quindi sull’equipe degli educatori. Durante la fatica della salita e l’incertezza che ha lasciato tutto il mondo appeso in attesa di evoluzioni in grado di contrastare la pandemia, il team degli educatori si è stretto in sé stesso richiedendo aiuto vicendevolmente, e provvidenzialmente i ragazzi sono divenuti notevolmente più collaborativi comprendendo il grande disagio nel quale tutti ci sentivamo di imbarcarci, insieme. Insieme ci siamo allora reinventati, e per farlo non si poteva che attingere ai giochi e agli intrattenimenti imparati negli anni, ricordi delle feste dell’Amicizia, idee viste al Ponte, e così con piccoli tentativi cercando spunti tra le attitudini che ognuno ha potuto mettere a disposizione, abbiamo avviato proposte per compensare la fatica di stare sempre chiusi nei soliti ambienti: attività di cucina, laboratori artistici, di musica e ballo, passeggiate e tutto sempre rigorosamente attenti alle disposizioni anticovid, rispettando l’uso della mascherina, i distanziamenti necessari e l’igiene frequente delle mani.
Probabilmente il “tener duro insieme” è diventato un nuovo slogan implicito mai enfaticamente dichiarato, ma ognuno ha potuto viverlo con forza.

Qui il Ponte

Elia Usan

Ciao a tutti!
A fine settembre siamo finalmente riusciti a riaprire il Ponte! Certo, l’organizzazione è un po’ cambiata: ci siamo dovuti dividere in piccoli gruppi, abbiamo imparato a rispettare tante nuove regole, a indossare correttamente la mascherina e ad igienizzare spesso le mani… L’importante però è stato potersi finalmente reincontrare! Gli amici del Ponte si sono dimostrati felicissimi della riapertura e capaci di rispettare le regole con l’aiuto dei volontari che, con competenza e disponibilità, hanno reso possibile ritrovarsi in sicurezza nello spirito di amicizia e condivisione che da sempre ci contraddistingue. Purtroppo non tutti i ragazzi che eravamo abituati ad accogliere sono potuti tornare: per qualcuno la famiglia non se l’è sentita, pochi peraltro; per altri ciò è stato precluso dall’impossibilità a frequentare due diverse strutture, decisa dal Comune di Bologna. Ogni gruppo ha cominciato a pensare a nuove attività adatte alla situazione: si è cominciato a ristampare il celeberrimo Gazzettino del Ponte, questa volta in una versione esclusivamente sportiva; accanto ad inconsueti “ritratti con mascherina”, sta prendendo forma il progetto di murales con cui rinnovare le nostre colorate pareti; il gruppo teatrale, in formato ridotto, ha contribuito con un’esibizione alla Festa dell’Amicizia, già arricchita dai bellissimi cartelloni in tema, ed ora si sta concentrando sulla scrittura di nuove sceneggiature. In queste settimane abbiamo anche conosciuto tre nuovi amici: Antonio, Barbara e Andrea! Proprio quest’ultimo ha ispirato un rinnovamento delle attività di musica, essendo un amante della chitarra elettrica: se per caso ne avete una in soffitta, sappiate che al Ponte ci farebbe comodo! Purtroppo a partire dal 26 ottobre, in seguito alle restrizioni imposte dal Governo e al conseguente colloquio a scopo interpretativo avuto con il Comune di Bologna, abbiamo dovuto interrompere le attività in piccoli gruppi al Ponte. Questo non vuol dire che non ci si vedrà e sentirà più: finché sarà possibile cercheremo di garantire la possibilità di incontri individuali tra ragazzi e volontari, oltre a costruire una rete di telefonate con l’obiettivo di non trascurare quel bisogno di socialità e condivisione a cui siamo abituati a rispondere.

Qui Sottocastello

Nicola Guasti

Quest’anno, a causa della pandemia Covid-19 e delle conseguenti restrizioni, non è stato possibile far sì che che la Casa di Sottocastello potesse accogliere tutti i nostri “ragazzi”, i volontari e le tante persone che, ogni estate da quasi cinquant’anni, scelgono di trascorrere le vacanze insieme a noi secondo lo spirito di amicizia e condivisione che ci ha insegnato Aldina. Si è deciso quindi di aprire la Casa a partire dall’ultima settimana di luglio per permettere ad alcuni gruppi famiglia, che vivono in centro a Bologna e con pochissime possibilità di uscire e di frequentare bar e altri luoghi pubblici per via dell’isolamento prolungato, di poter finalmente passare due settimane di vacanza
e godere quindi della buona aria di montagna, oltre che della compagnia di alcuni volontari che si sono resi disponibili a prestare servizio. I “ragazzi” si sono potuti così rilassare in un ambiente a loro familiare e godersi qualche piccola gita, in compagnia dei loro educatori e dei volontari loro dedicati. Noi volontari infatti, oltre all’organizzazione di alcune attività ludiche come i giochi serali, i laboratori di pittura e disegno nel pomeriggio, la guida dei pulmini e l’animazione della Messa, avevamo il compito di aiutare nella gestione della Casa, dando una mano in cucina nel lavare i piatti e nel servire a tavola durante i pasti. Pur con un numero di ospiti molto ridotto rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, e nel rispetto delle norme di tutela della salute imposte dalla situazione contigente, l’esperienza vissuta da noi volontari, dagli educatori che si sono avvicendati e dai “ragazzi” dei gruppi famiglia presenti è stata sicuramente positiva! I nostri “ragazzi” grazie a quest’esperienza hanno potuto vivere momenti di leggerezza e spensieratezza, lontani dalle preoccupazioni e dalla vita di città, in un clima ben più disteso e rilassato.

Qui Festa dell' Amicizia

... le parole del Presidente Paolo Galassi

Esistono date importanti nella vita di una comunità come Casa santa Chiara, sono quelle che definiscono e costruiscono la nostra identità, l’ 11 agosto, la seconda domenica di ottobre a Villa Pallavicini, l’ 8 dicembre.
L’ 11 agosto, a Sottocastello, i pochi presenti hanno ricordato la bellezza della vita di Chiara di Assisi; oggi, anche in questo momento di incertezza, non vogliamo interrompere la lunga tradizione della Festa dell’Amicizia a Villa Pallavicini; siamo qui nella palestra, molti meno del solito; non possiamo abbracciarci, ma possiamo sorriderci anche sotto la mascherina: gli occhi ci dicono tutto.
Grazie a voi di essere qui, grazie alle persone delle famiglie e dei gruppi che ci vedono sul canale youtube.
Grazie a tutti gli educatori e ai volontari del Ponte che ci permettono di essere in festa anche oggi: siamo lontani, ma uniti.
Sono stati e sono mesi difficili; siamo stati, e in parte siamo ancora, privati della possibilità di vederci, di incontrare gli amici al centro, al Ponte, a Sottocastello e ancora nei gruppi le uscite e le visite sono complicatissime; almeno dal 29 settembre il Ponte ha riaperto dal martedì al sabato, la speranza è quella di poter riaprire anche la mattina e le domeniche.
Purtroppo non riusciremo ad andare a Sottocastello per Natale, ma ad una notizia non buona si contrappone il fatto che, finalmente, si sta concludendo il lungo iter che porterà alla costruzione, a 200 metri da questa palestra, di un nuovo edificio che accoglierà un centro e un gruppo.
Vorrei ricordare insieme a voi il sorriso di alcune persone della nostra comunità che ci hanno lasciato: il sorriso di Susanna Monti, ringrazio i genitori di essere qui e di esserci vicini, il sorriso di Gabriele Pollacchi innamorato della musica, di Giuseppe Forlini, educatore affettuoso, di Marco Fedrigon allegro compagno di viaggio a Colunga, di Cristina Obojes, carissima amica del Ponte, di Ludovica Franchin e di Carla Santon, presenze preziose a Sottocastello e a Cortina.
Un grande abbraccio, come avrebbe detto Aldina, a ognuno di voi… uno per uno.

Qui Festa dell' Amicizia

... dall'omelia della messa

La parabola che abbiamo ascoltato descrive la salvezza con l’immagine del banchetto nuziale a cui tutti sono invitati. Gesù vuole salvare tutti. E’ divenuto uno di noi nel grembo di Maria perché diventassimo figli di Dio e quindi fratelli tutti.
Il fatto della fratellanza che ci lega è stato, proprio in questi giorni, richiamato e illustrato nella poderosa enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”, una enciclica da meditare, in cui ritroviamo tanti spunti di riflessione fatti dal Papa negli anni del suo pontificato (sono 288 le note a cui si rimanda) e sono delineati i problemi attuali del mondo in un orizzonte di 360 gradi: dalla politica alla pace, all’economia, al digitale, alle comunicazioni virtuali, alle migrazioni, ai conflitti fra le nazioni, al nucleare, alla pena di morte, alla pace…
L’esigenza di vivere da fratelli, prima che da un comando di Gesù, viene dagli eventi della storia, ma per tutti va ricongiunta alla paternità di Dio verso tutti gli uomini. Ad essa il Papa aggiunge la maternità universale di Maria a cui dobbiamo affidarci.
Ma nella enciclica vi sono anche alcuni passaggi importanti per il momento che stiamo vivendo, fortemente segnato dalla pandemia. Essa ci ha presi tutti, in modi diversi, obbligandoci a pensare non solo a noi stessi, a sentirci più solidali con gli altri.
Anche Casa Santa Chiara ha molto da raccontare per come è stata toccata dalla pandemia: la chiusura dei centri diurni (ora parzialmente riaperti) e del Ponte, il contagio nella comunità alloggio di Prunaro, l’isolamento dei gruppi famiglia e dei singoli nelle case, il gruppo provvisorio di Colunga…
Abbiamo sentito il bisogno di essere ancora più uniti nella fratellanza che ci lega nel Signore, di ravvivarla con le diverse forme di comunicazioni, anche virtuali, che ci sono possibili per “andare avanti con coraggio”, come ci diceva Aldina.

Qui la Bottega dei Ragazzi

Gerardina D'Autilia

La Bottega dei Ragazzi è nata con l’intento di creare opportunità d’inserimento sociale e lavorativo per le persone con disabilità intellettive, spesso marginalizzate e discriminate.
Qualità e inclusione sono i nostri obiettivi.
I prodotti che proponiamo rappresentano il frutto di un modo diverso di considerare la disabilità! All’interno del locale, ubicato in via Morgagni 9, è possibile trovare questi articoli:
Tovagliato, lenzuola, asciugamani con aggiunta di pizzo, lavette per bagno di vari colori in confezione regalo, Vini anche BIO, Oggettistica natalizia, segna posto
Per i più piccoli da 0 a 6/7 anni: lenzuolini, bavaglini, cuffiette, sciarpe, scarpine,
Miele di vari tipi, salamoia, Bigiotteria, Copri affettatrici, copri tagliere e copri formaggi, cornici, fermalibri, Icone in legno della Beata Vergine di S.Luca in ricordo di Bologna e altro…
Tutto quanto sopra menzionato è prodotto dai ragazzi diversamente abili che frequentano i Centri di Casa Santa Chiara assistiti dai loro educatori e dalle volontarie che operano nella bottega. Sono prodotti artigianali unici nel loro genere che potranno anche essere richiesti,
anche su ordinazione al seguente recapito telefonico: Gina 3400890123, oppure consultando il sito di Casa Santa Chiara (www.casasantachiara.it) nella zona dedicata all’e-commerce che sarà predisposto al più presto. Se sceglierete di acquistarli per i vostri regali presso la “Bottega dei Ragazzi”, avrete la possibilità, oltre che di donare oggetti artigianali di qualità, di premiare il lavoro di questi ragazzi e di tutti coloro che, con amore, li aiutano ad affrontare con dignità lavorativa la quotidianità della loro vita. Per tutto il periodo natalizio sarà praticato uno sconto del 10% su tutti i prodotti ai familiari dei nostri ragazzi e a tutti i dipendenti di Casa Santa Chiara. I nostri prodotti fanno bene tre volte: a chi li produce, a chi li acquista e a chi li riceve in dono.

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